Comunità La Tenda Roma
mercoledì 21 marzo 2012
giovedì 15 marzo 2012
Siamo costretti a indire una mobilitazione
per essere ascoltati.
Il 21 marzo 2012 le comunità per tossicodipendenti del Lazio si
mobiliteranno presso la sede del Consiglio Regionale della
Pisana, alle ore 10.
Dopo due anni di ripetuti tentativi d’incontro con l’Assessorato
alla Sanità della Regione Lazio non vi è stata, ad oggi, alcuna
risposta istituzionale.
CHI SIAMO
Il Cearl raggruppa 27 comunità di recupero per tossicodipendenti del
Lazio che si riconoscono nell’intesa Stato-Regione. Le strutture ospitano
quotidianamente 900 persone e impiegano oltre 500 operatori per la
cura di tossicodipendenti e per le attività di informazione, prevenzione e
riduzione del danno.
Le rette giornaliere previste dalla Regione Lazio, attraverso le quali
SOPRAVVIVONO LE COMUNITA’, sono tra le più basse di Italia:
AD OGGI LA SITUAZIONE NON È PIÙ SOSTENIBILE
• l’ultimo aumento delle rette per le comunità, nella Regione Lazio, è
avvenuto nel 2001;
• sono diminuiti notevolmente i posti accreditati, ciò permetterebbe alla
Regione un adeguamento sulle rette che non intaccherebbe il budget
attuale;
• la Regione non riconosce l’aumento ISTAT, previsto nel decreto
616/2002;
• i costi delle rette sono stati elaborati in base ai requisiti minimi di
accreditamento previsti dalla Regione;
Aderiscono all’iniziativa con pieno consenso e solidarietà il:
CNCA Lazio,
FICT,
FeDerSerD Lazio,
Il FORUM del terzo settore
Aderiscono al CEARL:
Fondazione Exodus, Cassino
Associazione Saman, Latina
Cooperativa Sociale Magliana 80, Roma
Associazione Dianova Onlus, Palombara Sabina
Associazione Nuovi Orizzonti, Piglio
Associazione In Dialogo, Frosinone
Associazione Comunità Massimo Onlus, Anzio
Associazione Il Cammino, Roma
Associazione Giacomo Cusmano, Anguillara Sabazia
AIVA, Nettuno
COTRAD, Montefiascone
Associazione La Tenda, Roma
Fondazione Villa Marini, Roma
Associazione l’Approdo, Nettuno
CEIS San Crispino,Viterbo
Il Ponte Centro di Solidarietà Onlus, Civitavecchia
Cooperativa sociale Parsec, Roma
Cooperativa sociale Acquario 85, Roma
Cooperativa Sociale IBIS, Roma
Associazione Libertè, Roma
Associazione Solidarietà, Formia
Associazione Emmanuel, Rieti
Centro Casalbertone Roma
Comunità “Fratello Sole”, Santa Severa
Associazione Il faro, Frosinone
Comunità Sorella Luna, S. Maria di Galeria
Osservatori:
Cooperativa Athos Tech
Ceis Roma
Hanno chiuso
Progetto Uomo sud pontino
Punto Linea Verde
4 Saman “Le Vergini Nuove” (B.go Sabotino) LT 1
per essere ascoltati.
Il 21 marzo 2012 le comunità per tossicodipendenti del Lazio si
mobiliteranno presso la sede del Consiglio Regionale della
Pisana, alle ore 10.
Dopo due anni di ripetuti tentativi d’incontro con l’Assessorato
alla Sanità della Regione Lazio non vi è stata, ad oggi, alcuna
risposta istituzionale.
CHI SIAMO
Il Cearl raggruppa 27 comunità di recupero per tossicodipendenti del
Lazio che si riconoscono nell’intesa Stato-Regione. Le strutture ospitano
quotidianamente 900 persone e impiegano oltre 500 operatori per la
cura di tossicodipendenti e per le attività di informazione, prevenzione e
riduzione del danno.
Le rette giornaliere previste dalla Regione Lazio, attraverso le quali
SOPRAVVIVONO LE COMUNITA’, sono tra le più basse di Italia:
AD OGGI LA SITUAZIONE NON È PIÙ SOSTENIBILE
• l’ultimo aumento delle rette per le comunità, nella Regione Lazio, è
avvenuto nel 2001;
• sono diminuiti notevolmente i posti accreditati, ciò permetterebbe alla
Regione un adeguamento sulle rette che non intaccherebbe il budget
attuale;
• la Regione non riconosce l’aumento ISTAT, previsto nel decreto
616/2002;
• i costi delle rette sono stati elaborati in base ai requisiti minimi di
accreditamento previsti dalla Regione;
Aderiscono all’iniziativa con pieno consenso e solidarietà il:
CNCA Lazio,
FICT,
FeDerSerD Lazio,
Il FORUM del terzo settore
Aderiscono al CEARL:
Fondazione Exodus, Cassino
Associazione Saman, Latina
Cooperativa Sociale Magliana 80, Roma
Associazione Dianova Onlus, Palombara Sabina
Associazione Nuovi Orizzonti, Piglio
Associazione In Dialogo, Frosinone
Associazione Comunità Massimo Onlus, Anzio
Associazione Il Cammino, Roma
Associazione Giacomo Cusmano, Anguillara Sabazia
AIVA, Nettuno
COTRAD, Montefiascone
Associazione La Tenda, Roma
Fondazione Villa Marini, Roma
Associazione l’Approdo, Nettuno
CEIS San Crispino,Viterbo
Il Ponte Centro di Solidarietà Onlus, Civitavecchia
Cooperativa sociale Parsec, Roma
Cooperativa sociale Acquario 85, Roma
Cooperativa Sociale IBIS, Roma
Associazione Libertè, Roma
Associazione Solidarietà, Formia
Associazione Emmanuel, Rieti
Centro Casalbertone Roma
Comunità “Fratello Sole”, Santa Severa
Associazione Il faro, Frosinone
Comunità Sorella Luna, S. Maria di Galeria
Osservatori:
Cooperativa Athos Tech
Ceis Roma
Hanno chiuso
Progetto Uomo sud pontino
Punto Linea Verde
4 Saman “Le Vergini Nuove” (B.go Sabotino) LT 1
Associazione onlus “La Tenda”
Centro di sostegno, prevenzione e cura alle tossicodipendenze
Ente ausiliario Regione
Lazio
Carta dei servizi
Comunità “La Tenda”
Indice
L’Associazione
onlus “La Tenda”
|
|
Chi
siamo
|
3
|
La
mission e la vision
|
6
|
I
principi fondamentali
|
7
|
Comunità “La
Tenda”
|
|
Ubicazione
e recapiti
|
8
|
Lo
staff
|
9
|
Destinatari
|
10
|
Modalità
di accesso
|
10
|
Obiettivi
|
11
|
Il
programma terapeutico
|
12
|
Diritti
e doveri
|
18
|
Standard
di qualità
|
21
|
Gestione
reclami e rilevazione della soddisfazione degli utenti
|
22
|
Associazione onlus “La
Tenda”
Chi siamo
Centro di sostegno,
prevenzione e cura alle tossicodipendenze
Via del Frantoio, 58 - 00159 Roma
Tel. 06.40501128 – Fax: 06.40816512 – Cell.: 3934424642
C.F. 96046050587 - P.I. 04198941009
Ente
Ausiliario della Regione Lazio
Presidente: dott.ssa Anna Maria Loguercio
Le
madri dei quartieri Tiburtino III e Pietralata (Roma) hanno eretto una tenda,
per oltre 35 giorni, nell’anno 1982. I fondatori sono 20 e hanno iniziato
costituendo, sulla scia della protesta popolare, un'associazione per incalzare
le istituzioni e promuovere servizi per tossicodipendenti ed alcoolisti. Nel 1985 l'associazione è diventata
Ente Ausiliario della Regione Lazio e ha stipulato convenzioni con la Asl di
appartenenza. Dal 1990, con il contributo dei progetti del Fondo Nazionale
Lotta Droga, è stato aperto un centro diurno e dal 1996 anche una unità di
strada. Dalla costituzione l’Associazione ha avuto una costante attenzione al
rapporto con le scuole del territorio della Tiburtina per l’attivazione di
programmi si prevenzione. Sono stati attivati programmi di pronta accoglienza
diurna e notturna per persone dipendenti e senza fissa dimora ed interventi per
il reinserimento socio-lavorativo di persone dipendenti da sostanze. Da quattro
anni è attivo un programma di formazione on the job per persone inviate dai
Ser.T. territoriali. Dal 1997 l’Associazione ha attivato interventi nei
contesti del loisir (locali, discoteche, raves, strade e piazze) per programmi
di prevenzione e riduzione dei rischi nell’uso di droghe sintetiche. Dal 2000 è
attivo un programma di intervento per i minori e le loro famiglie nel
territorio del Municipio V del Comune di Roma.
Sedi operative
|
|||||||||||||
Via
del Frantoio, 58: Comunità Terapeutica Semiresidenziale;
Via
dei Sestili, 8: Servizio di Accoglienza diurno e notturno per tossicodipendenti e senza dimora; Unità Mobile di assistenza;
Via
Giarre, 113: Servizio di Accoglienza diurno e notturno per tossicodipendenti
e senza dimora;
Piazza
Sante Bargellini, 13:Adolescenti tra vecchi disagi e nuovi bisogni: programma
di intervento per minori e famiglie.
|
|||||||||||||
Tipologia delle
prestazioni attivate:
|
|||||||||||||
·
Pronta
Accoglienza
·
Presa
in carico semiresidenziale
·
Sport
per disabili
·
Prevenzione
·
Reinserimento
·
Terapia
psicologica individuale e/o familiare, di gruppo
·
Interventi
di 'strada'
|
|||||||||||||
Destinatari delle
attività:
|
|||||||||||||
·
Tossicodipendenti
·
Alcoolisti
·
Disabili
·
Affetti
da AIDS
·
Giovani
dai 14 a 25 anni del settore 'civile'
·
Minori
e famiglie
·
Detenuti
ed ex detenuti
·
Prostituzione
·
Senza
dimora
|
|||||||||||||
Attività svolte
negli ultimi anni:
|
|||||||||||||
·
Progetto
“Notte Sicura”di prevenzione ed informazione sulle droghe sintetiche con una
unità mobile nel territorio della città di Roma e interventi nelle piazze,
nei locali e negli eventi di aggregazione giovanile(concerti, manifestazioni,
discoteche, ecc.).
·
Progetto
denominato “Sostegno al Contesto”, finanziato dal V Municipio del Comune di
Roma Legge 285/97; intervento rivolto alla promozione dell’agio ed al
sostegno della rete dei servizi territoriali
che si occupano dei minori e delle loro famiglie. Attualmente tale
progetto è finanziato con i fondi 328/2000 e si chiama “Adolescenti tra
vecchi”.
|
La
mission
L’associazione
“La Tenda” è luogo in cui cittadini, operatori, servizi e reti trovano un punto
di riferimento costantemente attento alle risorse interne ed esterne delle persone,
in particolare quelle che vivono disagi sociali. L’associazione “La Tenda”
promuove - soprattutto nell’ambito della città di Roma - servizi ed interventi
che prevedono trattamento, cura, sostegno e prevenzione dei disagi, in
particolare quelli dovuti alla tossicodipendenza. I servizi e gli interventi
sono proposti alla cittadinanza in un’ottica di partecipazione attiva delle
persone che vi accedono e di massima collaborazione con le realtà pubbliche e
private del territorio.
La
vision
L’associazione
“La Tenda” si propone per i prossimi anni di aumentare ulteriormente lo
standard dei servizi proposti e di diventare sempre più un punto di riferimento
nel proprio ambito di intervento, elevando in maniera significativa la quantità
e la qualità dei rapporti significativi dal punto di vista sociale con i
cittadini, i servizi pubblici e privati, le reti.
I
principi fondamentali
L’associazione La Tenda, per l’erogazione dei propri
servizi, si attiene a quanto segue:
Eguaglianza
Nell’erogazione dei servizi deve essere garantita
l’uguaglianza di tutti i fruitori; nessuna distinzione può essere compiuta per
orientamenti sessuali, razza, lingua, religione, abitudini alimentari e
opinioni politiche. L’eguaglianza va intesa come divieto di ogni ingiustificata
discriminazione.
Imparzialità
Il comportamento del soggetto erogatore di servizi
deve essere ispirato a criteri di obiettività, giustizia ed imparzialità.
Continuità
L’erogazione dei servizi deve essere continua,
regolare e senza interruzioni. In caso di irregolare funzionamento, dovuto a
cause di forza maggiore, devono essere adottate le misure idonee onde arrecare
il minore danno possibile.
Diritto di scelta
L’associazione La Tenda garantisce agli utenti
l’informazione preventiva e il diritto di scelta, ove sia prevista l’offerta
differenziata di modalità attuative del servizio.
Privacy
Il trattamento dei dati riguardanti ogni utente dei
diversi servizi è effettuato nel rispetto della riservatezza dovuta. Il
personale dell’associazione è formato ad operare nel rispetto della
riservatezza delle informazioni delle quali viene a conoscenza, secondo le
prescrizioni del D.Lgs. 196/2003.
Efficienza ed
Efficacia
L’associazione La Tenda è tenuta ad adottare le misure
idonee per garantire che l’erogazione dei servizi sia improntata
all’efficienza, in modo da assicurare tutta la possibile soddisfazione
dell’utente, valorizzando al massimo le risorse umane, economiche, logistiche e
di rete a disposizione.
Partecipazione e
informazione
L’associazione La Tenda garantisce agli utenti la
massima informazione e la tutela dei diritti di partecipazione, secondo quanto
disposto dalla vigente normativa in materia di informazione agli utenti.
Sicurezza
L’associazione
La Tenda dichiara che lo svolgimento di ogni attività da parte di utenti ed
operatori avviene in condizioni di sicurezza, in ottemperanza al D.Lgs.
81/2008.
Comunità “La Tenda”
Ubicazione e recapiti
La
Tenda - Comunità terapeutica Semiresidenziale per Tossicodipendenti - è
iscritta all’albo degli Enti Ausiliari della Regione Lazio per l’area
Terapeutico-Riabilitativa con Delibera 29/90 ed è convenzionata con l’Asl RM B.
La
sede si trova in Via del Frantoio, 58 - 00159 Roma.
Tel.
0640501128 - Fax: 0640816512 - E-mail: latendacts@interfree.it
Gli
orari di apertura sono: lunedì/venerdì 9.30-18.00; sabato 9.30-15.00QQqqqqqfd.

Lo staff
Nome
e cognome
|
Ruolo
|
Titolo
di studio
|
Marco Bruci
|
Responsabile
|
Psicologo/psicoterapeuta
|
Simone Gioia
|
Coordinatore
|
Psicologo/psicoterapeuta
|
Chiara Scialanca
|
Operatore
|
Psicologo/psicoterapeuta
|
Francesca Luisa Acone
|
Operatore
|
Psicologo/psicoterapeuta in
formazione
|
Francesca Mosiello
|
Operatore
|
Psicologo/psicoterapeuta in
formazione
|
Chiara Benedetti
|
Operatore accoglienza
|
Psicologo/psicoterapeuta
|
Cristina Ialongo
|
Operatore accoglienza
|
Psicologo/psicoterapeuta
|
Massimiliano Lecci
|
Psicoterapeuta familiare
|
Psicologo/psicoterapeuta
|
Giuliana Felici
|
Supervisore
|
Psicologo/psicoterapeuta
|
Tra
gli strumenti operativi dello staff vi sono la riunione di equipe e la
supervisione.
Riunione di equipe
La
riunione di équipe ha cadenza settimanale ed è condotta dal responsabile della
Comunità. Ha lo scopo di progettare, costruire e monitorare i programmi
terapeutici individualizzati, di verificare e sostenere il lavoro degli
operatori, di coordinare le varie attività presenti al fine di attuare
interventi coerenti agli obiettivi definiti per ciascun utente e di favorire un
confronto tra gli operatori in modo da poter leggere criticamente ed
attivamente gli eventi individuali e di gruppo che avvengono all’interno della
Comunità. Durante questo momento si valutano le accoglienze, i nuovi ingressi
ed i passaggi di fase. Rappresenta anche
uno spazio di riflessione dove ci si può interrogare sull’efficacia del
programma offerto e si possono proporre variazione ed innovazioni.
Supervisione
La
supervisione è condotta da uno psichiatra-psicoterapeuta esterno alla Comunità
ed è rivolta a tutti i membri dell’équipe. Ha la funzione di analizzare i
singoli interventi clinici ponendo l’accento sul vissuto emotivo degli
operatori e sulle loro modalità relazionali in rapporto all’utenza. Altri
obiettivi della supervisione sono quelli di monitorare ed elaborare le
eventuali dinamiche interne all’équipe in modo da favorire la collaborazione
tra gli operatori e prevenire eventuali situazioni di burn out.
I
destinatari
Persone
maggiorenni tossicodipendenti o con problematiche di dipendenza.
Modalità
di accesso
Come
si accede al programma:
-
Con un invio da parte dei servizi
territoriali (Ser.T, Centri di accoglienza, Servizi Sociali, …).
-
Autonomamente: contattando telefonicamente
la struttura.
-
Dal carcere è possibile scriverci e avviare
in tal modo l’iter dell’accoglienza.
Requisiti
di accesso:
-
Essere iscritti ad un Ser.T.
-
Avere un domicilio a Roma o in zone
limitrofe.
-
Aver portato a termine eventuali programmi
di disintossicazione.
Se
momentaneamente detenuti:
-
Avere una pena non superiore ai termini
stabiliti dalla legge per usufruire una pena alternativa.
-
Avere una condanna definitiva
-
Non si effettuano colloqui al di fuori del
comune di Roma, è quindi necessario essere residenti o a Rebibbia o a Regina
Coeli.
Obiettivi
La Comunità
terapeutica semiresidenziale per tossicodipendenti “La Tenda” offre un percorso
terapeutico che ha come obiettivo principale la promozione e la costruzione
dell’autonomia personale per il raggiungimento di una indipendenza individuale
ed un reale distacco dall’uso delle
sostanze psicotrope.
La formula della
semiresidenzialità fa sì che la persona si trovi a confrontarsi quotidianamente
sia con le sollecitazioni, gli stimoli e la protezione della comunità che con i
circuiti sociali, familiari e culturali
abituali.
Il confronto continuo con
la realtà e la possibilità di analizzare, nel qui ed ora della Comunità, le
dinamiche ed i vissuti che ne derivano, offre alla persona l’opportunità di
effettuare un lavoro terapeutico profondo che si attualizza costantemente nella
realtà del presente.
Tale confronto spesso crea
crisi ed una crisi accolta, analizzata ed elaborata genera dei cambiamenti evolutivi, promovendo
la crescita della persona.
Per questo la
trasgressione o la ricaduta nell’uso di sostanze non trova solo una risposta normativa,
ma viene accolta anche come un segno di riattivazione, di movimento interno e
come manifestazione di un disagio che può preavvertire un passaggio evolutivo.
Viste le caratteristiche
del tipo di comunità nasce la necessità di affiancare a degli interventi
comunitari standardizzati, dei programmi terapeutici individualizzati costruiti
sui bisogni, le risorse e gli obiettivi di ogni singola persona, quindi dei
programmi che permettano una rielaborazione ed una ridefinizione in itinere
degli interventi e degli obiettivi.
Inoltre la comunità
focalizza la propria attività non solo sull’individuo e sull’individuo nel
gruppo, ma anche sul sistema familiare (con la psicoterapia familiare) e quando
possibile anche sul sistema sociale attraverso un reinserimento
socio-lavorativo.
La Comunità
diventa così una base dove la persona può scoprire, ritrovare e sperimentare
parti di sé al fine di attualizzarle quotidianamente nella realtà esterna. Un
luogo dove ricostruire e valorizzare la propria unicità al fine di
sperimentarla e affermarla concretamente nel mondo familiare, relazionale e
sociale.
Il programma terapeutico
L’accoglienza
L’accoglienza rappresenta
un momento importante, l’eventuale inizio del processo terapeutico nel quale
entrambe le parti gettano le fondamenta per un rapporto di fiducia e di
conoscenza terapeutica.
I suoi scopi sono
molteplici: da una parte accoglie una richiesta di aiuto a volte confusa e poco
chiara e cerca di renderla più definita e certa, dall’altra si impone di far
emergere la reale motivazione che ha portato alla formulazione di una tale
richiesta, per fare in modo che ci sia coerenza tra ciò che la nostra comunità
può offrire e i bisogni dell’individuo in quel momento della sua vita.
Cerca altresì di orientare
la persona e la sua domanda verso il percorso che gli può essere più utile, per
fare questo lavora a stretto contatto con la rete dei servizi che lo hanno in
carico. Accoglie, definisce ed orienta per fare in modo che fin dall’inizio
siano chiari gli obiettivi, i presupposti e il cammino da percorrere insieme.
La Comunità accoglie fino ad un massimo di 20
utenti tossicodipendenti o con problematiche di dipendenza ambosessi, non
minorenni, con un 30% dei posti riservato a detenuti tossicodipendenti che
beneficiano della misura alternativa alla pena detentiva.
Il
programma terapeutico
Il programma terapeutico
ha una durata minima che varia dai 15 ai 18 mesi.
E’ suddiviso in quattro
momenti:
1. Osservazione.
2. Prima
fase: “Il contratto”.
3. Seconda
fase: ”Radicamento e trasformazione”.
4. Terza
fase: “Svincolo e reinserimento”.
Presentiamo ora una
sintetica descrizione dei quattro momenti del programma terapeutico.
1.
Osservazione
L’ “Osservazione ” è una
fase che ha una durata che oscilla dai 15 ai 30 giorni.
Ha come scopo quello di
permettere una conoscenza reciproca tra la persona che sta entrando e l’équipe
della comunità. La persona ha così la possibilità di conoscere la comunità, le
sue regole, gli ospiti e gli ospitati in modo da effettuare un graduale
inserimento nella vita comunitaria.
L’equipe può monitorare il
comportamento della persona in modo da effettuare una prima valutazione sulla
congruità tra intervento proposto e risorse dell’utente.
Nell’osservazione la
persona non potrà accedere alle attività strettamente terapeutiche
(psicoterapia di gruppo, psicoterapia individuale, psicoterapia familiare,
gruppo di percezione corporea e gruppo narrativo), ma parteciperà alle riunioni
comunitarie ed alle attività ergoterapiche, sportive e ludiche ed effettuerà
dei colloqui individuali con gli psicologi della comunità.
In questo periodo si
effettueranno frequenti analisi dell’urina per monitorare eventuali ricadute.
Alla fine dell’
“osservazione”, se la persona e l’equipe della comunità ritengono che il
programma terapeutico possa effettivamente essere utile si passa nella fase
successiva, quella del “contratto”.
2.
Prima fase: il contratto
“Il Contratto” è una fase
dove il lavoro terapeutico si focalizza principalmente su tre aree: l’analisi
della domanda, la diagnosi e la motivazione.
Ha una durata che varia
dai 2 ai 4 mesi.
L’obiettivo principale è
il poter costruire insieme alla persona una ipotesi sul suo percorso
terapeutico identificando dei traguardi a breve, medio e lungo termine.
Si cerca così di dare non degli obiettivi standard, ma
degli obiettivi determinati da una collaborazione tra l’équipe e la persona,
quest’ultima incoraggiata ad assumere un ruolo attivo e propositivo nel
determinare le aree su cui intervenire a livello terapeutico e relazionale.
È una fase volta proprio
ad una rinarrazione ed elaborazione della propria storia tossicomanica e
familiare. La persona viene stimolata a mettersi in gioco ed a entrare
gradualmente in contatto con la propria realtà, cercando di aumentare l’
autopercezione ed il grounding. Inoltre è accompagnata e sostenuta nel
ricontattare ed affrontare le paure che ostacolano un eventuale cambiamento,
viene aiutata ad aumentare la fiducia in se stessa ed a progettare ipotesi per
il futuro diverse da quelle legate al mondo tossicomanico di provenienza.
L’ingresso nella prima
fase è formalmente sancito dall’assegnazione da parte dell’equipe
dell’operatore di riferimento, uno psicologo/psicoterapeuta che seguirà
l’utente per tutto il programma sia da un punto di vista terapeutico che
formale.
Le attività a cui la
persona parteciperà, sono le seguenti:
·
Psicoterapia individuale
·
Psicoterapia di gruppo
·
Gruppo di percezione corporea
·
Gruppo Narrativo
·
Riunione di comunità
·
Riunione di valutazione e organizzazione
dei lavori
·
Attività ergoterapiche
·
Attività sportive e ludiche
In questa fase viene
coinvolta anche la famiglia attraverso dei colloqui di preparazione che hanno
il fine di conoscerne le risorse ed i limiti, per valutare l’opportunità di un
eventuale inizio di una terapia familiare che, nel caso, avverrà nella seconda
fase.
Il passaggio dalla fase
del “contratto” a quella successiva avverrà quando la persona avrà compiuto una
prima analisi della propria vita e del suo rapporto con le sostanze
stupefacenti, avrà interiorizzato le regole sviluppando anche un senso di
appartenenza alla comunità e soprattutto avrà sviluppato una sufficiente
motivazione ad intraprendere un percorso di cambiamento basato su obiettivi
concordati e co-costruiti con l’équipe.
L’accesso alla fase
successiva viene formalizzato durante la riunione di comunità in presenza di
tutti gli utenti, degli operatori e del responsabile del servizio. Inoltre
viene formalizzato anche con un incontro con la famiglia dell’utente.
3.
Seconda fase: radicamento e trasformazione
La seconda fase del
programma ha come finalità principale l’individuazione dei nuclei patologici
alla base della tossicodipendenza della persona, la loro elaborazione ed una
loro “risoluzione”.
Il lavoro terapeutico
corre su due binari correlati e sinergici che tentano di scandire le necessità
terapeutiche ed evolutive legate sia alla storia clinica dell’utente sia al
progressivo percorso comunitario. Uno è il rispetto del contratto stipulato e
co-costruito con l’operatore di riferimento mediante la nascita e il
consolidamento di una alleanza terapeutica volta a far emergere, portare alla
consapevolezza e lavorare su particolari aree tematiche, comunicative, emotive
e relazionali riconosciute come disagio sottostante l’uso -abuso di sostanze.
L’altro è la ricontrattazione continua degli obiettivi da raggiungere.
Suddividendo il percorso
terapeutico in micro e macro obiettivi, si cerca, passo dopo passo, di
ristrutturare e riprogettare l’alleanza terapeutica al fine di far giungere
l’utenza al raggiungimento di obiettivi sempre più “meta” ampliando i
microobiettivi già raggiunti e consolidati nel processo terapeutico.
Gli obiettivi esplicitati
permettono l’individuazione di un percorso clinico suddivisibile e
costantemente monitorabile, in grado di incontrare le più disparate necessità
terapeutiche individuali dell’utenza presa in carico.
Per il raggiungimento
degli obiettivi esplicitati viene associato a questa fase un percorso
terapeutico che prevede un lavoro clinico comprensibile tra gli 8 e i 10 mesi.
Le finalità della seconda
fase sono molteplici, come molteplici sono le aree di intervento che il
programma nel suo complesso intende offrire all’utenza in carico, nello
specifico:
·
dopo un’analisi sulla propria condizione di
vita e sulle macro-necessità che hanno spinto all’ esplorazione e al
consolidamento del’ uso-abuso di sostanze, si cerca, tramite la co-costruzione
di obiettivi terapeutici, di raggiungere una consapevolezza sempre maggiore
della propria condizione di vita e delle necessità inespresse e sottostanti
l’uso sistematico.
·
offrire la possibilità di riprogettare
costantemente il programma terapeutico in base alle esigenze personali e
contestuali in continua evoluzione. Lo scopo è quello di poter avere un
programma terapeutico che possa basarsi sul qui ed ora, condizione necessaria
per poter accogliere al meglio i passi evolutivi e le nuove difficoltà
incontrate dall’utenza in cambiamento;
·
riconoscere costantemente la propria
condizione inserendola in un percorso di cambiamento;
·
migliorare le capacità di introspezione e
narrazione per poter lavorare sul disagio emotivo inteso come motore propulsore
dell’esplorazione e del consolidamento con le sostanze;
·
tramite la partecipazione attiva alla vita
comunitaria, lavorare per promuovere una maggiore interiorizzazione e rispetto
delle regole e contestuali e di gruppo;
·
far riconoscere l’esistenza e l’importanza
del gruppo per elicitare e far sperimentare nell’ utenza il senso di
appartenenza al gruppo stesso;
·
cercare di mantenere e consolidare l’allontanamento
delle sostanze offrendo oltre che un percorso terapeutico anche un contesto
contenitivo che possa portare a non agire senza connotare l’agito stesso di
significato;
·
offrire la possibilità dove possibile e
terapeuticamente necessario di includere nel percorso clinico anche il sistema
familiare dell’utente in carico.
Per
raggiungere gli obiettivi e le finalità espresse, la persona oltre alle
attività già intraprese nella prima fase svolgerà anche:
o
nell’ambito
terapeutico:
§
una
psicoterapia bioenergetica di gruppo
§
una
psicoterapia familiare;
o
nella
sfera comunitaria:
§
mansioni
a responsabilità crescente, fino ad assumere ruoli di responsabilità
all’interno dei gruppi di lavoro e della Comunità stessa.
4.
Terza fase: svincolo e reinserimento
La terza fase del
programma è incentrata sul consolidamento degli obiettivi previsti dal percorso
terapeutico e sul distacco progressivo dalla comunità. Si configura come un
momento di passaggio in quanto la
persona, pur continuando ad essere inserita nel contesto comunitario, comincia
a confrontarsi sempre più in un contesto sociale allargato e lavorativo
Obiettivo del nostro
percorso terapeutico è fornire all’utente gli strumenti per migliorare la
propria qualità della vita e reinserirsi,
nel recupero della propria dignità di persona, nella società. Ciò
avviene se la persona ha imparato a gestire in un modo diverso e più “creativo”
le difficoltà, cercando risposte che esulino dall’uso di sostanze o condotte
autodistruttive.
Ovviamente la
realizzazione ed il consolidamento degli obiettivi concordati richiederebbe
tempi ben più lunghi di quelli previsti dal programma, ma il rischio che
intravediamo è quello di una “cronicizzazione” della dipendenza dal contesto
comunitario, mentre riteniamo fondamentale che la persona possa sperimentarsi
in contesti “altri”. Si tratta di attivare processi che per forza di cose
continueranno fuori, anche se la comunità continua a svolgere il ruolo di “base
sicura”.
La terza fase rappresenta dunque il momento in
cui la persona, dopo aver svolto un percorso comunitario, si “separa” dalla
comunità stessa. I nodi critici per questo tipo di utenza hanno ovviamente a
che fare con il tema della dipendenza e con le connesse difficoltà nella
realizzazione dello svincolo e nell’elaborazione dei processi di separazione.
In quest’ottica la terza fase assume un’importanza peculiare nel percorso
terapeutico in quanto si propone come spazio di “sperimentazione” di una
separazione graduale, “accompagnata”, una modalità nuova, per chi solitamente
ha sperimentato modalità espulsive o al contrario una totale impossibilità a
separarsi.
Si può dire che realizzare
una separazione pensata, non agita, sia l’obiettivo fondamentale di questa fase
e che costituisca un apprendimento imprescindibile all’interno di questo
percorso.
Si tratta di un momento
delicato all’interno del programma, che riattiva tutta una serie di ambivalenze
già sperimentate in passato come questa doppia tensione, verso l’esterno,
concretizzata dal desiderio di un lavoro, di un reinserimento sociale, ecc.,
verso l’interno, rappresentata dal bisogno di una dipendenza continuativa e
dalla paura del fallimento.
La terza fase è dunque
quel momento in cui poter esplorare tutti questi vissuti ed ambivalenze, in un
lavoro che assume la forma di un vero e proprio processo di elaborazione di un
lutto. Sappiamo bene dalla letteratura in materia, come la premessa per la
costruzione di nuovi legami sia lo svincolo dai precedenti, il che non
significa creare “tagli” e quindi “pseudo-separazioni”, ma “ricontrattare”
rapporti alla luce del percorso svolto.
Elaborare la perdita è
dunque la premessa per predisporsi al nuovo. Se leggiamo la tossicodipendenza
come sintomatologia, strettamente legata alle problematiche di svincolo (basti
pensare che l’insorgenza della tossicodipendenza avviene quasi sempre durante
l’adolescenza, o in fasi della vita legate a questo tema), capiamo bene quanto
sia importante poter permettere alla persona di acquisire nuovi strumenti per
fronteggiarla.
Riteniamo dunque che la
terza fase del nostro programma debba incentrarsi su questi nuovi obiettivi e
che, dopo l’esperienza dell’”appartenenza”, quella della “separazione” sia
indispensabile ai fini di un buon percorso terapeutico.
I tempi previsti per la
terza fase variano tra i 5 e gli 8 mesi a cui va aggiunto il periodo di follow
up di un anno, periodo finalizzato al sostegno ed al monitoraggio dei risultati
raggiunti.
Diritti
e doveri
Diritti
In comunità l’utente
rimarrà per sua libera scelta, non sono permessi atteggiamenti coercitivi che
ledono la libertà dell’individuo, né attraverso forme di violenza fisica e né
psicologica.
L’utente ha diritto ad
essere assistito e curato con premura ed attenzione, nel rispetto della dignità
umana e delle proprie convinzioni morali, politiche e religiose.
Partecipa alla scelta del
percorso terapeutico-educativo individualizzato che si concretizza nella
stesura e la sottoscrizione del contratto.
Ha diritto ad ottenere
informazioni dettagliate relative alle prestazioni ed al servizio.
Ha diritto di ottenere dal
personale che lo cura informazioni complete e comprensibili in merito alla
diagnosi della malattia, alla terapia proposta ed alla relativa prognosi.
Ha diritto ad essere
informato sulla possibilità di indagini e trattamenti alternativi, anche da
eseguire in altre strutture.
Ha diritto a proporre
reclami ed essere informato sull’esito degli stessi.
Ha diritto che i dati
personali siano trattati in conformità alle normative sulla privacy.
Doveri
L’utente è tenuto a
rispettare il Programma Terapeutico concordato all’ingresso così come da
contratto di ammissione e al rispetto delle norme contenute nel Regolamento
Interno, nonché a collaborare nelle verifiche periodiche e alle eventuali
revisioni.
Ha il dovere di
compartecipare alla cura e al mantenimento dell’ambiente educativo secondo
l’ottica del mutuo e reciproco aiuto tra pari.
Ha il dovere di prendere
parte al processo decisionale e regolamentare della struttura di appartenenza,
alla salvaguardia e al rispetto delle norme di convivenza.
Ha il divieto di
introdurre e usare sostanze stupefacenti e alcool, nonché di esercitare atti di
violenza sia fisica che verbale, pena l’allontanamento temporaneo o definitivo
dal programma riabilitativo.
Ha il dovere di informare
e concordare con gli operatori ogni eventuale allontanamento e frequentazione
al di fuori delle strutture.
Regolamento
interno della comunità
Gestione
delle assenze
9:30- Tutti in Comunità
Ogni ritardo successivo
alle 9:30 viene recuperato il giorno stesso con una permanenza in comunità dopo
le 18.00, proporzionale al ritardo effettuato.
L’entrata dopo le 9.45
causa un rallentamento del programma di tre giorni.
Per malattia:
§ telefonare
ogni giorno entro le 9.45;
§ certificato
medico;
§ essere
reperibile telefonicamente tutto il giorno;
§ ogni
giorno in cui non si telefona si considera come assenza.
Sono possibili:
·
1/2 giornata di assenza al mese durante la
prima fase;
·
1 giornata di assenza al mese durante la
seconda fase;
·
2 giorni di assenza al mese durante la
terza fase.
La
vita in comunità
LE REGOLE
E’ vietato usare violenza
sia fisica che verbale
E’ vietato usare e/o
portare sostanze stupefacenti
E’ obbligatorio rispettare
gli orari di entrata e di uscita
E’ obbligatorio rispettare
le mansioni ed i compiti assegnati
E’ obbligatorio rispettare
le norme igieniche
IN CUCINA
Si devono usare i guanti
per cucinare
In caso di ferite si deve
avvertire l’operatore
A TAVOLA
Si pranza tutti insieme
IL CELLULARE
L’uso del cellulare è
consentito solo per le persone in terza fase
LE USCITE
E’ vietato uscire senza il
permesso dell’ operatore.
In prima e in seconda fase
si può uscire solo se accompagnati da un operatore
In terza fase si può
uscire senza essere accompagnati
ORGANIZZAZIONE DEI LAVORI
Ogni due settimane verrà
indicato tra i ragazzi un responsabile del giardino, un responsabile della
cucina e un responsabile della manutenzione. Le altre persone a loro affiancate
cambieranno ogni settimana.
Questi responsabili avranno appunto la responsabilità
dell’andamento del settore a loro assegnato.
In caso di assenza del
responsabile, questo deve occuparsi di avvertire gli altri membri del gruppo e
organizzare il lavoro durante la sua assenza.
Nella riunione del sabato
si discuterà insieme dell’andamento dei tre gruppi durante la settimana, delle eventuali
difficoltà e problematiche.
Standard di qualità
La Comunità “La Tenda” si
prende l’impegno di garantire elevati standard di qualità agli utenti che
accedono al servizio.
A seguire, l’elencazione
dei fondamentali fattori, indicatori e standard di qualità adottati dalla
Comunità:
Fattori
di qualità
|
Indicatori
di qualità
|
Standard
di qualità
|
Accoglienza in Comunità
|
Gli utenti vengono
accolti in Comunità essendo rispettate le difficoltà e le risorse personali
|
Gli utenti vengono
accolti in Comunità da operatori pienamente disponibili all’ascolto non
giudicante della loro situazione personale
|
Informazione
|
Gli utenti vengono
informati dei loro diritti e doveri
|
Gli utenti ricevono
informazioni dettagliate sui loro diritti e doveri appena accolti in Comunità
|
Relazione
operatori/utenti
|
L’equipe stabilisce una
relazione positiva con gli utenti
|
Gli utenti sono
costantemente ascoltati e sostenuti dagli operatori in ogni fase del
programma terapeutico
|
Comunicazione e rete
|
La Comunità attiva
rapporti positivi con enti e servizi della rete territoriale
|
L’equipe attiva altri
servizi del territorio non appena si manifesti la necessità per l’utente di
ampliare e/o diversificare l’intervento terapeutico
|
Gestione
reclami e rilevazione della soddisfazione degli utenti
Ogni settimana in comunità
viene svolta una riunione con gli utenti per rilevare la loro soddisfazione o
meno. L’equipe rileverà con appositi strumenti il livello di soddisfazione
espressa dagli utenti in sede di riunione. In questa occasione, da parte degli
utenti possono essere avanzati anche eventuali reclami (in forma sia verbale
che per iscritto, compilando l’apposito modulo presentato a seguire) che
saranno presi in considerazione dall’equipe, la quale si impegna a fornire una
risposta adeguata entro la riunione successiva.
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