giovedì 15 marzo 2012


Associazione onlus “La Tenda
Centro di sostegno, prevenzione e cura alle tossicodipendenze
Ente ausiliario Regione Lazio






Carta dei servizi

Comunità “La Tenda”




Indice

L’Associazione onlus “La Tenda”

Chi siamo
3
La mission e la vision
6
I principi fondamentali
7


Comunità “La Tenda”

Ubicazione e recapiti
8
Lo staff
9
Destinatari
10
Modalità di accesso
10
Obiettivi
11
Il programma terapeutico
12
Diritti e doveri
18
Standard di qualità
21
Gestione reclami e rilevazione della soddisfazione degli utenti
22




























Associazione onlus “La Tenda”

Chi siamo

Centro di sostegno, prevenzione e cura alle tossicodipendenze
Via del Frantoio, 58 - 00159 Roma
Tel. 06.40501128 – Fax: 06.40816512 – Cell.: 3934424642
E-mail: latendacts@interfree.it – Sito Internet: www.associazionelatendaonlus.it
C.F. 96046050587 - P.I. 04198941009
Ente Ausiliario della Regione Lazio
Presidente: dott.ssa Anna Maria Loguercio
Le madri dei quartieri Tiburtino III e Pietralata (Roma) hanno eretto una tenda, per oltre 35 giorni, nell’anno 1982. I fondatori sono 20 e hanno iniziato costituendo, sulla scia della protesta popolare, un'associazione per incalzare le istituzioni e promuovere servizi per tossicodipendenti ed alcoolisti. Nel 1985 l'associazione è diventata Ente Ausiliario della Regione Lazio e ha stipulato convenzioni con la Asl di appartenenza. Dal 1990, con il contributo dei progetti del Fondo Nazionale Lotta Droga, è stato aperto un centro diurno e dal 1996 anche una unità di strada. Dalla costituzione l’Associazione ha avuto una costante attenzione al rapporto con le scuole del territorio della Tiburtina per l’attivazione di programmi si prevenzione. Sono stati attivati programmi di pronta accoglienza diurna e notturna per persone dipendenti e senza fissa dimora ed interventi per il reinserimento socio-lavorativo di persone dipendenti da sostanze. Da quattro anni è attivo un programma di formazione on the job per persone inviate dai Ser.T. territoriali. Dal 1997 l’Associazione ha attivato interventi nei contesti del loisir (locali, discoteche, raves, strade e piazze) per programmi di prevenzione e riduzione dei rischi nell’uso di droghe sintetiche. Dal 2000 è attivo un programma di intervento per i minori e le loro famiglie nel territorio del Municipio V del Comune di Roma.
Sedi operative
Via del Frantoio, 58: Comunità Terapeutica Semiresidenziale;
Via dei Sestili, 8: Servizio di Accoglienza diurno e notturno per    tossicodipendenti  e senza dimora; Unità Mobile di assistenza;
Via Giarre, 113: Servizio di Accoglienza diurno e notturno per tossicodipendenti e senza dimora;
Piazza Sante Bargellini, 13:Adolescenti tra vecchi disagi e nuovi bisogni: programma di intervento per minori e famiglie.

Tipologia delle prestazioni attivate:

·         Pronta Accoglienza
·         Presa in carico semiresidenziale
·         Sport per disabili
·         Prevenzione
·         Reinserimento
·         Terapia psicologica individuale e/o familiare, di gruppo
·         Interventi di 'strada'


Destinatari delle attività:

·         Tossicodipendenti
·         Alcoolisti
·         Disabili
·         Affetti da AIDS
·         Giovani dai 14 a 25 anni del settore 'civile'
·         Minori e famiglie
·         Detenuti ed ex detenuti
·         Prostituzione
·         Senza dimora


Attività svolte negli ultimi anni:

  • Comunità terapeutica semiresidenziale per tossicodipendenti, accreditata provvisoriamente con la Regione Lazio.
  • Progetto “Mosaico, prevenzione e ricerca sulle sostanze stimolanti” realizzato in partenariato con Associazione Parsec, Coop. Il Cammino,, Associazione Il Caleidoscopio.
  • Progetto “BASE” di prevenzione nelle scuole in partenariato con Coop. Il Cammino e la Coop. Parsec.
  • Progetto “XTC” di prevenzione nel territorio del comune di Latina in partenariato con la Coop. Il Cammino e Parsec.
·         Progetto “Notte Sicura”di prevenzione ed informazione sulle droghe sintetiche con una unità mobile nel territorio della città di Roma e interventi nelle piazze, nei locali e negli eventi di aggregazione giovanile(concerti, manifestazioni, discoteche, ecc.).
·         Progetto denominato “Sostegno al Contesto”, finanziato dal V Municipio del Comune di Roma Legge 285/97; intervento rivolto alla promozione dell’agio ed al sostegno della rete dei servizi territoriali  che si occupano dei minori e delle loro famiglie. Attualmente tale progetto è finanziato con i fondi 328/2000 e si chiama “Adolescenti tra vecchi”.
  • “Unità di Strada gravitante nella zona intorno alla stazione Tiburtina V Municipio”, progetto di riduzione del danno per tossicodipendenti attivi, finanziato dalla Regione Lazio. Realizzato in partenariato con la coop soc. Parsec e la coop. Il Cammino.
  • “Diversamente sportivi”, Provincia di Roma. Progetto di promozione sportiva per persone disabili su sedia a rotelle.
  • Progetto “Formazione personale di pronto soccorso e conoscenza dei determinanti dei danni acuti associati all’uso delle cosiddette nuove droghe”, finanziato dalla Regione Lazio e svolto in partenariato con la coop. soc.  Parsec, coop. il Cammino, coop. Magliana 80, coop. Folias.
  • “Progetto integrato di riduzione del danno nella Asl RM B - Tartaruga”, comprendente un centro di pronta accoglienza diurno, un centro notturno a bassa soglia ed una unità di strada per tossicodipendenti. Tale progetto è realizzato in partenariato con la Asl RM B e la  cooperativa sociale Parsec. Finanziato dalla Regione Lazio.
  • Progetto di Reinserimento lavorativo per ex tossicodipendenti, finanziato dalla Regione Lazio, effettuato in partenariato con la Asl Rm B e la coop. sociale Parsec Floor.
  • “Aldea”, progetto comprendente un centro diurno e notturno a bassa soglia, finanziato dall’Agenzia per le Tossicodipendenze del Comune di Roma  e realizzato in ATI con le Cooperative “ il Cammino” e  “Comunità Capodarco di Roma”.
  • Partecipazione al progetto “Nautilus” di prevenzione, riduzione dei rischi nei contesti di aggregazione giovanile (Rave) realizzato dalle cooperativa Il Cammino, Parsec e Magliana 80 ed in collaborazione con l’Associazione La Tenda.
  • Masterplan di reinserimento lavorativo cittadino e multimunicipale nel territorio della ASL RM B finanziato dalla Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze a valere sul fondo di lotta alle droga ex 309/90. Capofila del progetto è la ASL RM B, partner sono Associazione La Tenda, Gruppo Bastiani, Parsec Floor.
  • Masterplan prevenzione denominato “Festina Lente: velocemente lentamente”, progetto di prevenzione dall’uso/abuso di sostanze stupefacenti tra i giovani attraverso lo strumento della Peer Education. Tale progetto è finanziato dalla Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze.

Rapporti di convenzione con enti
  
·         Comuni e/o enti comunali
·         Amm. provinciali e/o enti provinciali
·         Amm. regionali e/o enti regionali (Regione Lazio)

Rapporti di collaborazione stabile con enti
  
·         Regione
·         Comuni e/o enti comunali
·         ASL di appartenenza
·         Altre ASL
·         Amm. provinciali e/o enti provinciali
·         Amm. regionali e/o enti regionali
·         Parrocchie e/o org. Ecclesiali

Rapporti di collaborazione stabile con le realtà sociali del territorio
  
·         Associazionismo sociale
·         Cooperazione sociale
·         Associazionismo sportivo
·         Ass. giovanili di matrice laica
·         Partiti politici
·         Sindacati
·         Comitati di quartiere
·         Parrocchie
·         Centri di ascolto

L’associazione “La Tenda” aderisce a:
  • CNCA
  • CEARL
  • CNND
  • CESV


La mission
L’associazione “La Tenda” è luogo in cui cittadini, operatori, servizi e reti trovano un punto di riferimento costantemente attento alle risorse interne ed esterne delle persone, in particolare quelle che vivono disagi sociali. L’associazione “La Tenda” promuove - soprattutto nell’ambito della città di Roma - servizi ed interventi che prevedono trattamento, cura, sostegno e prevenzione dei disagi, in particolare quelli dovuti alla tossicodipendenza. I servizi e gli interventi sono proposti alla cittadinanza in un’ottica di partecipazione attiva delle persone che vi accedono e di massima collaborazione con le realtà pubbliche e private del territorio.

La vision
L’associazione “La Tenda” si propone per i prossimi anni di aumentare ulteriormente lo standard dei servizi proposti e di diventare sempre più un punto di riferimento nel proprio ambito di intervento, elevando in maniera significativa la quantità e la qualità dei rapporti significativi dal punto di vista sociale con i cittadini, i servizi pubblici e privati, le reti.

I principi fondamentali
L’associazione La Tenda, per l’erogazione dei propri servizi, si attiene a quanto segue:

Eguaglianza
Nell’erogazione dei servizi deve essere garantita l’uguaglianza di tutti i fruitori; nessuna distinzione può essere compiuta per orientamenti sessuali, razza, lingua, religione, abitudini alimentari e opinioni politiche. L’eguaglianza va intesa come divieto di ogni ingiustificata discriminazione.

Imparzialità
Il comportamento del soggetto erogatore di servizi deve essere ispirato a criteri di obiettività, giustizia ed imparzialità.

Continuità
L’erogazione dei servizi deve essere continua, regolare e senza interruzioni. In caso di irregolare funzionamento, dovuto a cause di forza maggiore, devono essere adottate le misure idonee onde arrecare il minore danno possibile.

Diritto di scelta
L’associazione La Tenda garantisce agli utenti l’informazione preventiva e il diritto di scelta, ove sia prevista l’offerta differenziata di modalità attuative del servizio.

Privacy
Il trattamento dei dati riguardanti ogni utente dei diversi servizi è effettuato nel rispetto della riservatezza dovuta. Il personale dell’associazione è formato ad operare nel rispetto della riservatezza delle informazioni delle quali viene a conoscenza, secondo le prescrizioni del D.Lgs. 196/2003.

Efficienza ed Efficacia
L’associazione La Tenda è tenuta ad adottare le misure idonee per garantire che l’erogazione dei servizi sia improntata all’efficienza, in modo da assicurare tutta la possibile soddisfazione dell’utente, valorizzando al massimo le risorse umane, economiche, logistiche e di rete a disposizione.

Partecipazione e informazione
L’associazione La Tenda garantisce agli utenti la massima informazione e la tutela dei diritti di partecipazione, secondo quanto disposto dalla vigente normativa in materia di informazione agli utenti.

Sicurezza
L’associazione La Tenda dichiara che lo svolgimento di ogni attività da parte di utenti ed operatori avviene in condizioni di sicurezza, in ottemperanza al D.Lgs. 81/2008.


Comunità “La Tenda”

Ubicazione e recapiti

La Tenda - Comunità terapeutica Semiresidenziale per Tossicodipendenti - è iscritta all’albo degli Enti Ausiliari della Regione Lazio per l’area Terapeutico-Riabilitativa con Delibera 29/90 ed è convenzionata con l’Asl RM B.
La sede si trova in Via del Frantoio, 58 - 00159 Roma.
Tel. 0640501128 - Fax: 0640816512 - E-mail: latendacts@interfree.it
Gli orari di apertura sono: lunedì/venerdì 9.30-18.00; sabato 9.30-15.00QQqqqqqfd.


Immagine



Lo staff
Nome e cognome
Ruolo
Titolo di studio
Marco Bruci
Responsabile
Psicologo/psicoterapeuta
Simone Gioia
Coordinatore
Psicologo/psicoterapeuta
Chiara Scialanca
Operatore
Psicologo/psicoterapeuta
Francesca Luisa Acone
Operatore
Psicologo/psicoterapeuta in formazione


Francesca Mosiello
Operatore
Psicologo/psicoterapeuta in formazione
Chiara Benedetti
Operatore accoglienza
Psicologo/psicoterapeuta
Cristina Ialongo
Operatore accoglienza
Psicologo/psicoterapeuta
Massimiliano Lecci
Psicoterapeuta familiare
Psicologo/psicoterapeuta
Giuliana Felici
Supervisore
Psicologo/psicoterapeuta

Tra gli strumenti operativi dello staff vi sono la riunione di equipe e la supervisione.
Riunione di equipe
La riunione di équipe ha cadenza settimanale ed è condotta dal responsabile della Comunità. Ha lo scopo di progettare, costruire e monitorare i programmi terapeutici individualizzati, di verificare e sostenere il lavoro degli operatori, di coordinare le varie attività presenti al fine di attuare interventi coerenti agli obiettivi definiti per ciascun utente e di favorire un confronto tra gli operatori in modo da poter leggere criticamente ed attivamente gli eventi individuali e di gruppo che avvengono all’interno della Comunità. Durante questo momento si valutano le accoglienze, i nuovi ingressi ed  i passaggi di fase. Rappresenta anche uno spazio di riflessione dove ci si può interrogare sull’efficacia del programma offerto e si possono proporre variazione ed innovazioni.

Supervisione
La supervisione è condotta da uno psichiatra-psicoterapeuta esterno alla Comunità ed è rivolta a tutti i membri dell’équipe. Ha la funzione di analizzare i singoli interventi clinici ponendo l’accento sul vissuto emotivo degli operatori e sulle loro modalità relazionali in rapporto all’utenza. Altri obiettivi della supervisione sono quelli di monitorare ed elaborare le eventuali dinamiche interne all’équipe in modo da favorire la collaborazione tra gli operatori e prevenire eventuali situazioni di burn out.

I destinatari

Persone maggiorenni tossicodipendenti o con problematiche di dipendenza.

Modalità di accesso

Come si accede al programma:
-          Con un invio da parte dei servizi territoriali (Ser.T, Centri di accoglienza, Servizi Sociali, …).
-          Autonomamente: contattando telefonicamente la struttura.
-          Dal carcere è possibile scriverci e avviare in tal modo l’iter dell’accoglienza.

Requisiti di accesso:
-          Essere iscritti ad un Ser.T.
-          Avere un domicilio a Roma o in zone limitrofe.
-          Aver portato a termine eventuali programmi di disintossicazione.

Se momentaneamente detenuti:
-          Avere una pena non superiore ai termini stabiliti dalla legge per usufruire una pena alternativa.
-          Avere una condanna definitiva
-          Non si effettuano colloqui al di fuori del comune di Roma, è quindi necessario essere residenti o a Rebibbia o a Regina Coeli.


Obiettivi

La Comunità terapeutica semiresidenziale per tossicodipendenti “La Tenda” offre un percorso terapeutico che ha come obiettivo principale la promozione e la costruzione dell’autonomia personale per il raggiungimento di una indipendenza individuale ed un reale distacco  dall’uso delle sostanze psicotrope.
La formula della semiresidenzialità fa sì che la persona si trovi a confrontarsi quotidianamente sia con le sollecitazioni, gli stimoli e la protezione della comunità che con i circuiti  sociali, familiari e culturali abituali.
Il confronto continuo con la realtà e la possibilità di analizzare, nel qui ed ora della Comunità, le dinamiche ed i vissuti che ne derivano, offre alla persona l’opportunità di effettuare un lavoro terapeutico profondo che si attualizza costantemente nella realtà del presente.
Tale confronto spesso crea crisi ed una crisi accolta, analizzata ed elaborata  genera dei cambiamenti evolutivi, promovendo la crescita della persona.
Per questo la trasgressione o la ricaduta nell’uso di sostanze non trova solo una risposta normativa, ma viene accolta anche come un segno di riattivazione, di movimento interno e come manifestazione di un disagio che può preavvertire un passaggio evolutivo.
Viste le caratteristiche del tipo di comunità nasce la necessità di affiancare a degli interventi comunitari standardizzati, dei programmi terapeutici individualizzati costruiti sui bisogni, le risorse e gli obiettivi di ogni singola persona, quindi dei programmi che permettano una rielaborazione ed una ridefinizione in itinere degli interventi e degli obiettivi.
Inoltre la comunità focalizza la propria attività non solo sull’individuo e sull’individuo nel gruppo, ma anche sul sistema familiare (con la psicoterapia familiare) e quando possibile anche sul sistema sociale attraverso un reinserimento socio-lavorativo.
La Comunità diventa così una base dove la persona può scoprire, ritrovare e sperimentare parti di sé al fine di attualizzarle quotidianamente nella realtà esterna. Un luogo dove ricostruire e valorizzare la propria unicità al fine di sperimentarla e affermarla concretamente nel mondo familiare, relazionale e sociale.



Il programma terapeutico

L’accoglienza

L’accoglienza rappresenta un momento importante, l’eventuale inizio del processo terapeutico nel quale entrambe le parti gettano le fondamenta per un rapporto di fiducia e di conoscenza terapeutica.
I suoi scopi sono molteplici: da una parte accoglie una richiesta di aiuto a volte confusa e poco chiara e cerca di renderla più definita e certa, dall’altra si impone di far emergere la reale motivazione che ha portato alla formulazione di una tale richiesta, per fare in modo che ci sia coerenza tra ciò che la nostra comunità può offrire e i bisogni dell’individuo in quel momento della sua vita.
Cerca altresì di orientare la persona e la sua domanda verso il percorso che gli può essere più utile, per fare questo lavora a stretto contatto con la rete dei servizi che lo hanno in carico. Accoglie, definisce ed orienta per fare in modo che fin dall’inizio siano chiari gli obiettivi, i presupposti e il cammino da percorrere insieme.
La Comunità accoglie fino ad un massimo di 20 utenti tossicodipendenti o con problematiche di dipendenza ambosessi, non minorenni, con un 30% dei posti riservato a detenuti tossicodipendenti che beneficiano della misura alternativa alla pena detentiva.


Il programma terapeutico

Il programma terapeutico ha una durata minima che varia dai 15 ai 18 mesi.
E’ suddiviso in quattro momenti:
1.   Osservazione.
2.   Prima fase: “Il contratto”. 
3.   Seconda fase: ”Radicamento e trasformazione”.
4.   Terza fase:  “Svincolo e reinserimento”.

Presentiamo ora una sintetica descrizione dei quattro momenti del programma terapeutico.

1. Osservazione

L’ “Osservazione ” è una fase che ha una durata che oscilla dai 15 ai 30 giorni.
Ha come scopo quello di permettere una conoscenza reciproca tra la persona che sta entrando e l’équipe della comunità. La persona ha così la possibilità di conoscere la comunità, le sue regole, gli ospiti e gli ospitati in modo da effettuare un graduale inserimento nella vita comunitaria.
L’equipe può monitorare il comportamento della persona in modo da effettuare una prima valutazione sulla congruità tra intervento proposto e risorse dell’utente.
Nell’osservazione la persona non potrà accedere alle attività strettamente terapeutiche (psicoterapia di gruppo, psicoterapia individuale, psicoterapia familiare, gruppo di percezione corporea e gruppo narrativo), ma parteciperà alle riunioni comunitarie ed alle attività ergoterapiche, sportive e ludiche ed effettuerà dei colloqui individuali con gli psicologi della comunità.
In questo periodo si effettueranno frequenti analisi dell’urina per monitorare eventuali ricadute.
Alla fine dell’ “osservazione”, se la persona e l’equipe della comunità ritengono che il programma terapeutico possa effettivamente essere utile si passa nella fase successiva, quella del “contratto”.

2. Prima fase: il contratto

“Il Contratto” è una fase dove il lavoro terapeutico si focalizza principalmente su tre aree: l’analisi della domanda, la diagnosi e la motivazione.
Ha una durata che varia dai 2 ai 4 mesi.
L’obiettivo principale è il poter costruire insieme alla persona una ipotesi sul suo percorso terapeutico identificando dei traguardi a breve, medio e lungo termine.
Si cerca così  di dare non degli obiettivi standard, ma degli obiettivi determinati da una collaborazione tra l’équipe e la persona, quest’ultima incoraggiata ad assumere un ruolo attivo e propositivo nel determinare le aree su cui intervenire a livello terapeutico e relazionale.  
È una fase volta proprio ad una rinarrazione ed elaborazione della propria storia tossicomanica e familiare. La persona viene stimolata a mettersi in gioco ed a entrare gradualmente in contatto con la propria realtà, cercando di aumentare l’ autopercezione ed il grounding. Inoltre è accompagnata e sostenuta nel ricontattare ed affrontare le paure che ostacolano un eventuale cambiamento, viene aiutata ad aumentare la fiducia in se stessa ed a progettare ipotesi per il futuro diverse da quelle legate al mondo tossicomanico di provenienza.
L’ingresso nella prima fase è formalmente sancito dall’assegnazione da parte dell’equipe dell’operatore di riferimento, uno psicologo/psicoterapeuta che seguirà l’utente per tutto il programma sia da un punto di vista terapeutico che formale.
Le attività a cui la persona parteciperà, sono le seguenti:
·         Psicoterapia individuale
·         Psicoterapia di gruppo
·         Gruppo di percezione corporea
·         Gruppo Narrativo
·         Riunione di comunità
·         Riunione di valutazione e organizzazione dei lavori
·         Attività ergoterapiche
·         Attività sportive e ludiche

In questa fase viene coinvolta anche la famiglia attraverso dei colloqui di preparazione che hanno il fine di conoscerne le risorse ed i limiti, per valutare l’opportunità di un eventuale inizio di una terapia familiare che, nel caso, avverrà nella seconda fase. 
Il passaggio dalla fase del “contratto” a quella successiva avverrà quando la persona avrà compiuto una prima analisi della propria vita e del suo rapporto con le sostanze stupefacenti, avrà interiorizzato le regole sviluppando anche un senso di appartenenza alla comunità e soprattutto avrà sviluppato una sufficiente motivazione ad intraprendere un percorso di cambiamento basato su obiettivi concordati e co-costruiti con l’équipe.
L’accesso alla fase successiva viene formalizzato durante la riunione di comunità in presenza di tutti gli utenti, degli operatori e del responsabile del servizio. Inoltre viene formalizzato anche con un incontro con la famiglia dell’utente.

3. Seconda fase: radicamento e trasformazione

La seconda fase del programma ha come finalità principale l’individuazione dei nuclei patologici alla base della tossicodipendenza della persona, la loro elaborazione ed una loro “risoluzione”.
Il lavoro terapeutico corre su due binari correlati e sinergici che tentano di scandire le necessità terapeutiche ed evolutive legate sia alla storia clinica dell’utente sia al progressivo percorso comunitario. Uno è il rispetto del contratto stipulato e co-costruito con l’operatore di riferimento mediante la nascita e il consolidamento di una alleanza terapeutica volta a far emergere, portare alla consapevolezza e lavorare su particolari aree tematiche, comunicative, emotive e relazionali riconosciute come disagio sottostante l’uso -abuso di sostanze. L’altro è la ricontrattazione continua degli obiettivi da raggiungere.
Suddividendo il percorso terapeutico in micro e macro obiettivi, si cerca, passo dopo passo, di ristrutturare e riprogettare l’alleanza terapeutica al fine di far giungere l’utenza al raggiungimento di obiettivi sempre più “meta” ampliando i microobiettivi già raggiunti e consolidati nel processo terapeutico.
Gli obiettivi esplicitati permettono l’individuazione di un percorso clinico suddivisibile e costantemente monitorabile, in grado di incontrare le più disparate necessità terapeutiche individuali dell’utenza presa in carico.
Per il raggiungimento degli obiettivi esplicitati viene associato a questa fase un percorso terapeutico che prevede un lavoro clinico comprensibile tra gli 8 e i 10 mesi.
Le finalità della seconda fase sono molteplici, come molteplici sono le aree di intervento che il programma nel suo complesso intende offrire all’utenza in carico, nello specifico:
·         dopo un’analisi sulla propria condizione di vita e sulle macro-necessità che hanno spinto all’ esplorazione e al consolidamento del’ uso-abuso di sostanze, si cerca, tramite la co-costruzione di obiettivi terapeutici, di raggiungere una consapevolezza sempre maggiore della propria condizione di vita e delle necessità inespresse e sottostanti l’uso sistematico.
·         offrire la possibilità di riprogettare costantemente il programma terapeutico in base alle esigenze personali e contestuali in continua evoluzione. Lo scopo è quello di poter avere un programma terapeutico che possa basarsi sul qui ed ora, condizione necessaria per poter accogliere al meglio i passi evolutivi e le nuove difficoltà incontrate dall’utenza in cambiamento;
·         riconoscere costantemente la propria condizione inserendola in un percorso di cambiamento;
·         migliorare le capacità di introspezione e narrazione per poter lavorare sul disagio emotivo inteso come motore propulsore dell’esplorazione e del consolidamento con le sostanze;
·         tramite la partecipazione attiva alla vita comunitaria, lavorare per promuovere una maggiore interiorizzazione e rispetto delle regole e contestuali e di gruppo;
·         far riconoscere l’esistenza e l’importanza del gruppo per elicitare e far sperimentare nell’ utenza il senso di appartenenza al gruppo stesso;
·         cercare di mantenere e consolidare l’allontanamento delle sostanze offrendo oltre che un percorso terapeutico anche un contesto contenitivo che possa portare a non agire senza connotare l’agito stesso di significato;
·         offrire la possibilità dove possibile e terapeuticamente necessario di includere nel percorso clinico anche il sistema familiare dell’utente in carico.
Per raggiungere gli obiettivi e le finalità espresse, la persona oltre alle attività già intraprese nella prima fase svolgerà anche:
o        nell’ambito terapeutico:
§  una psicoterapia bioenergetica di gruppo
§  una psicoterapia familiare;
o        nella sfera comunitaria:
§  mansioni a responsabilità crescente, fino ad assumere ruoli di responsabilità all’interno dei gruppi di lavoro e della Comunità stessa.

4. Terza fase: svincolo e reinserimento

La terza fase del programma è incentrata sul consolidamento degli obiettivi previsti dal percorso terapeutico e sul distacco progressivo dalla comunità. Si configura come un momento di passaggio  in quanto la persona, pur continuando ad essere inserita nel contesto comunitario, comincia a confrontarsi sempre più in un contesto sociale allargato e lavorativo
Obiettivo del nostro percorso terapeutico è fornire all’utente gli strumenti per migliorare la propria qualità della vita e reinserirsi,  nel recupero della propria dignità di persona, nella società. Ciò avviene se la persona ha imparato a gestire in un modo diverso e più “creativo” le difficoltà, cercando risposte che esulino dall’uso di sostanze o condotte autodistruttive.
Ovviamente la realizzazione ed il consolidamento degli obiettivi concordati richiederebbe tempi ben più lunghi di quelli previsti dal programma, ma il rischio che intravediamo è quello di una “cronicizzazione” della dipendenza dal contesto comunitario, mentre riteniamo fondamentale che la persona possa sperimentarsi in contesti “altri”. Si tratta di attivare processi che per forza di cose continueranno fuori, anche se la comunità continua a svolgere il ruolo di “base sicura”.
 La terza fase rappresenta dunque il momento in cui la persona, dopo aver svolto un percorso comunitario, si “separa” dalla comunità stessa. I nodi critici per questo tipo di utenza hanno ovviamente a che fare con il tema della dipendenza e con le connesse difficoltà nella realizzazione dello svincolo e nell’elaborazione dei processi di separazione. In quest’ottica la terza fase assume un’importanza peculiare nel percorso terapeutico in quanto si propone come spazio di “sperimentazione” di una separazione graduale, “accompagnata”, una modalità nuova, per chi solitamente ha sperimentato modalità espulsive o al contrario una totale impossibilità a separarsi.
Si può dire che realizzare una separazione pensata, non agita, sia l’obiettivo fondamentale di questa fase e che costituisca un apprendimento imprescindibile all’interno di questo percorso.
Si tratta di un momento delicato all’interno del programma, che riattiva tutta una serie di ambivalenze già sperimentate in passato come questa doppia tensione, verso l’esterno, concretizzata dal desiderio di un lavoro, di un reinserimento sociale, ecc., verso l’interno, rappresentata dal bisogno di una dipendenza continuativa e dalla paura del fallimento.
La terza fase è dunque quel momento in cui poter esplorare tutti questi vissuti ed ambivalenze, in un lavoro che assume la forma di un vero e proprio processo di elaborazione di un lutto. Sappiamo bene dalla letteratura in materia, come la premessa per la costruzione di nuovi legami sia lo svincolo dai precedenti, il che non significa creare “tagli” e quindi “pseudo-separazioni”, ma “ricontrattare” rapporti alla luce del percorso svolto.
Elaborare la perdita è dunque la premessa per predisporsi al nuovo. Se leggiamo la tossicodipendenza come sintomatologia, strettamente legata alle problematiche di svincolo (basti pensare che l’insorgenza della tossicodipendenza avviene quasi sempre durante l’adolescenza, o in fasi della vita legate a questo tema), capiamo bene quanto sia importante poter permettere alla persona di acquisire nuovi strumenti per fronteggiarla.
Riteniamo dunque che la terza fase del nostro programma debba incentrarsi su questi nuovi obiettivi e che, dopo l’esperienza dell’”appartenenza”, quella della “separazione” sia indispensabile ai fini di un buon percorso terapeutico. 
I tempi previsti per la terza fase variano tra i 5 e gli 8 mesi a cui va aggiunto il periodo di follow up di un anno, periodo finalizzato al sostegno ed al monitoraggio dei risultati raggiunti.

Diritti e doveri

Diritti

In comunità l’utente rimarrà per sua libera scelta, non sono permessi atteggiamenti coercitivi che ledono la libertà dell’individuo, né attraverso forme di violenza fisica e né psicologica.
L’utente ha diritto ad essere assistito e curato con premura ed attenzione, nel rispetto della dignità umana e delle proprie convinzioni morali, politiche e religiose.
Partecipa alla scelta del percorso terapeutico-educativo individualizzato che si concretizza nella stesura e la sottoscrizione del contratto.
Ha diritto ad ottenere informazioni dettagliate relative alle prestazioni ed al servizio.
Ha diritto di ottenere dal personale che lo cura informazioni complete e comprensibili in merito alla diagnosi della malattia, alla terapia proposta ed alla relativa prognosi.
Ha diritto ad essere informato sulla possibilità di indagini e trattamenti alternativi, anche da eseguire in altre strutture.
Ha diritto a proporre reclami ed essere informato sull’esito degli stessi.
Ha diritto che i dati personali siano trattati in conformità alle normative sulla privacy.

Doveri

L’utente è tenuto a rispettare il Programma Terapeutico concordato all’ingresso così come da contratto di ammissione e al rispetto delle norme contenute nel Regolamento Interno, nonché a collaborare nelle verifiche periodiche e alle eventuali revisioni.
Ha il dovere di compartecipare alla cura e al mantenimento dell’ambiente educativo secondo l’ottica del mutuo e reciproco aiuto tra pari.
Ha il dovere di prendere parte al processo decisionale e regolamentare della struttura di appartenenza, alla salvaguardia e al rispetto delle norme di convivenza.
Ha il divieto di introdurre e usare sostanze stupefacenti e alcool, nonché di esercitare atti di violenza sia fisica che verbale, pena l’allontanamento temporaneo o definitivo dal programma riabilitativo.
Ha il dovere di informare e concordare con gli operatori ogni eventuale allontanamento e frequentazione al di fuori delle strutture.

Regolamento interno della comunità

Gestione delle assenze

9:30- Tutti in Comunità
Ogni ritardo successivo alle 9:30 viene recuperato il giorno stesso con una permanenza in comunità dopo le 18.00, proporzionale al ritardo effettuato.
L’entrata dopo le 9.45 causa un rallentamento del programma di tre giorni.
Per malattia:
§  telefonare ogni giorno entro le 9.45;
§  certificato medico;
§  essere reperibile telefonicamente tutto il giorno;
§  ogni giorno in cui non si telefona si considera come assenza.
Sono possibili:
·         1/2 giornata di assenza al mese durante la prima fase;
·         1 giornata di assenza al mese durante la seconda fase;
·         2 giorni di assenza al mese durante la terza fase.

La vita in comunità

LE REGOLE
E’ vietato usare violenza sia fisica che verbale
E’ vietato usare e/o portare sostanze stupefacenti
E’ obbligatorio rispettare gli orari di entrata e di uscita
E’ obbligatorio rispettare le mansioni ed i compiti assegnati
E’ obbligatorio rispettare le norme igieniche

IN CUCINA

Si devono usare i guanti per cucinare
In caso di ferite si deve avvertire l’operatore 

A TAVOLA

Si pranza tutti insieme

IL CELLULARE

L’uso del cellulare è consentito solo per le persone in terza fase

LE USCITE

E’ vietato uscire senza il permesso dell’ operatore.
In prima e in seconda fase si può uscire solo se accompagnati da un operatore
In terza fase si può uscire senza essere accompagnati

ORGANIZZAZIONE DEI LAVORI

Ogni due settimane verrà indicato tra i ragazzi un responsabile del giardino, un responsabile della cucina e un responsabile della manutenzione. Le altre persone a loro affiancate cambieranno ogni settimana.
Questi responsabili  avranno appunto la responsabilità dell’andamento del settore a loro assegnato.
In caso di assenza del responsabile, questo deve occuparsi di avvertire gli altri membri del gruppo e organizzare il lavoro durante la sua assenza.
Nella riunione del sabato si discuterà insieme dell’andamento dei tre gruppi          durante la settimana, delle eventuali difficoltà e problematiche.

Standard di qualità

La Comunità “La Tenda” si prende l’impegno di garantire elevati standard di qualità agli utenti che accedono al servizio.
A seguire, l’elencazione dei fondamentali fattori, indicatori e standard di qualità adottati dalla Comunità:

Fattori di qualità
Indicatori di qualità
Standard di qualità
Accoglienza in Comunità
Gli utenti vengono accolti in Comunità essendo rispettate le difficoltà e le risorse personali
Gli utenti vengono accolti in Comunità da operatori pienamente disponibili all’ascolto non giudicante della loro situazione personale
Informazione
Gli utenti vengono informati dei loro diritti e doveri
Gli utenti ricevono informazioni dettagliate sui loro diritti e doveri appena accolti in Comunità
Relazione operatori/utenti
L’equipe stabilisce una relazione positiva con gli utenti
Gli utenti sono costantemente ascoltati e sostenuti dagli operatori in ogni fase del programma terapeutico
Comunicazione e rete
La Comunità attiva rapporti positivi con enti e servizi della rete territoriale
L’equipe attiva altri servizi del territorio non appena si manifesti la necessità per l’utente di ampliare e/o diversificare l’intervento terapeutico





Gestione reclami e rilevazione della soddisfazione degli utenti

Ogni settimana in comunità viene svolta una riunione con gli utenti per rilevare la loro soddisfazione o meno. L’equipe rileverà con appositi strumenti il livello di soddisfazione espressa dagli utenti in sede di riunione. In questa occasione, da parte degli utenti possono essere avanzati anche eventuali reclami (in forma sia verbale che per iscritto, compilando l’apposito modulo presentato a seguire) che saranno presi in considerazione dall’equipe, la quale si impegna a fornire una risposta adeguata entro la riunione successiva.




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